Sfruttando il calore di scarto dei data center, Stoccolma potrà soddisfare il 10 per cento della domanda totale di riscaldamento della città.
Secondo un rapporto di Technavio, società di consulenza e ricerca tecnologica leader a livello mondiale, il settore globale dei data center dovrebbe crescere di 285 miliardi di dollari da qui al 2023. Un dato che va a ad accompagnarsi all’aumento esponenziale dei dati scambiati che, secondo il Global Entertainment & Media Outlook 2020-2024 di PwC, cresceranno di 2.342 trilioni di megabyte, spinti dall’aumento dell’adozione di aggiornamenti multi-cloud e di rete per supportare il 5G.
A livello globale i data center – edifici che ospitano computer per le telecomunicazioni e sistemi di archiviazione – nel 2018 hanno utilizzato oltre 205 TWh di elettricità, circa l’1 per cento della produzione globale. A titolo di esempio, l’equivalente del consumo energetico di circa 17 milioni di famiglie statunitensi. Sono sistemi che generano di conseguenza molto calore, generato dai server e dall’attrezzatura di raffreddamento, e che viene dissipato e quindi sprecato ogni giorno.
Da qui la necessità e soprattutto l’opportunità di sfruttarlo, tanto che i data center sono sempre più presenti nella pianificazione urbana di molte città. La cattura e l’uso del calore prodotto può dare infatti un contributo vitale a uno sviluppo urbano sostenibile, limitando al contempo le emissioni e trasformando i data center in un vantaggio per l’ambiente.
È il percorso che ha intrapreso Stoccolma con i progetti Open District Heating (ODH) e Stockholm Data Parks (SPD), per promuovere il recupero del calore su larga scala a supporto della rete di teleriscaldamento gestita da Stockholm Exergi, la compagnia energetica della capitale che riscalda più di 800.000 persone. Con ODH, progetto che già nel 2013 ha collegato la rete con il CED di Bahnhof Pionen, i data center – ma anche supermercati e altre realtà che producono calore in eccesso a livelli stabili durante l’anno – possono concordare i quantitativi di calore da cedere alla rete, fornendolo a prezzi di mercato a Exergi che può così utilizzarlo senza che vada altrimenti disperso.
“Negli anni ‘80 – ha dichiarato Erik Rylander, a capo del progetto Stockholm Data Parks di Exergi – abbiamo iniziato a recuperare il calore di scarto dalle acque reflue di Stoccolma, che oggi rappresenta circa il 5-10 per cento del riscaldamento cittadino. Abbiamo ora l’opportunità di recuperare quello dei data center, che funzionano per 8.760 ore, generando calore relativamente costante 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno”.
Con il sistema di teleriscaldamento da 12 TWh/anno di Stoccolma, esiste una domanda di calore sufficiente per consentire il recupero da data center di qualsiasi dimensione. Con Stockholm Data Parks (SDP) la capitale svedese stima di soddisfare il 10 per cento della domanda totale di riscaldamento e sono già stati firmati tre contratti con data center che forniranno complessivamente 20 MW di calore, a partire dalla primavera del 2021. Entro il 2030, il 100 per cento del teleriscaldamento di Stoccolma sarà generato da energia rinnovabile o recuperata.