Mazzoncini: “Il teleriscaldamento è oggi la tecnologia migliore per decarbonizzare”

Intervenuto durante il Sustainable Future Forum, l’amministratore delegato di A2A ha sottolineato la centralità del teleriscaldamento per l’efficientamento degli edifici e la sostenibilità delle nostre città.

Tra le ultime misure varate dall’Unione Europea per ridurre entro il 2030 del 55 per cento le emissioni climalteranti, rispetto ai livelli del 1991, sta facendo particolarmente discutere l’Energy performance of building directive, più nota come Direttiva case green, che punta a migliorare l’efficienza degli edifici degli Stati membri. La Direttiva prevede che tutte le nuove costruzioni dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelle esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e la D entro il 2033.

Una strada non semplice, soprattutto per un Paese come l’Italia dove, secondo i dati dell’ENEA (Rapporto annuale 2022 – Certificazione energetica degli edifici), quasi il 74 per cento delle abitazioni rientrano in classi energetiche inferiori alla D. In particolare, il 15,9 per cento è in classe E, il 23,8 per cento in classe F e il 34 per cento rientra in classe G, quella che raggruppa gli edifici più energivori.

Come raggiungere questi obiettivi così sfidanti è stato uno dei temi al centro della terza edizione del Sustainable Future Forum, organizzato da Class CNBC e che ha visto la partecipazione dei nostri maggiori player energetici.

“Quello delle case green è senza dubbio un tema centrale – ha dichiarato Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A – e non possiamo pensare a un 2050 decarbonizzato senza affrontare questo problema”.

Il convegno ha messo in luce, ancora una volta, la centralità del teleriscaldamento nel percorso di decarbonizzazione e in particolare proprio per l’efficientamento delle città, dove le principali fonti di emissione di CO2 sono il riscaldamento e la climatizzazione degli edifici, oltre alla mobilità e ai trasporti. Un problema che non è stato risolto con il Superbonus, che a fronte di una spesa di 110 miliardi di euro ha messo a norma solamente 360.000 case.

Dobbiamo andare a decarbonizzare la sorgente di energia che climatizza le nostre case – ha continuato Mazzoncini. È molto più semplice ed economico. E oggi il teleriscaldamento è la tecnologia migliore per decarbonizzare; è più economica e performante di altre soluzioni, soprattutto quando si utilizza calore di recupero che altrimenti verrebbe disperso in atmosfera”.

Con il teleriscaldamento, infatti, si possono riscaldare gli edifici recuperando energia e calore dai cicli produttivi industriali, dai data center o dalla termovalorizzazione dei rifiuti, e ovviamente da fonti rinnovabili come le bioenergie, il solare, la geotermia. A2A ha come obiettivo al 2030 di avere il 70 per cento del calore distribuito proveniente da cascami termici, e sta realizzando nelle proprie centrali di teleriscaldamento nuovi serbatoi di accumulo che consentono di immagazzinare calore nei momenti in cui la domanda delle utenze è bassa, per essere rilasciato durante le fasi di picco, riducendo così la quantità di calore totale da produrre.

 

Rivedi l’intervento di Renato Mazzoncini, AD di A2A

https://lnkd.in/d5t9jsBu