Uno studio realizzato dall’Università di Aalborg mette le reti di teleriscaldamento al centro del processo di decarbonizzazione del settore del riscaldamento del Paese
In uno scenario che vede la popolazione mondiale concentrarsi sempre più nelle città, diventa prioritario risolvere il problema del riscaldamento, che è una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico.
Una recente ricerca del Dipartimento di Pianificazione dell’Università di Aalborg, in Danimarca, ha voluto studiare e capire quale tecnologia può essere più performante ed efficiente dal punto di vista sia ambientale sia economico. Ebbene, secondo i ricercatori danesi una ulteriore espansione del teleriscaldamento – in particolare quello di quarta generazione combinato a un uso più efficiente del calore geotermico e di quello in eccesso proveniente dall’industria e dai data center – rappresenta il metodo più appropriato per rendere sostenibile il settore del riscaldamento in Danimarca.
Nel Varmeplan Danmark 2021 (Heat Plan Denmark 2021, questo il nome dello studio), il teleriscaldamento è visto proprio come l’attore chiave in quella che viene definita la transizione verde che, sottolinea lo studio, per essere raggiunta rapidamente deve utilizzare tecnologie note e già disponibili. In particolare la ricerca, basata su dettagliate analisi GIS con cui tra l’altro sono stati mappati i consumi e l’ubicazione del singolo edificio, oltre al potenziale di calore in eccesso che potrebbe essere fornito dalle aziende danesi, ha mostrato infatti come con il teleriscaldamento di quarta generazione (4GDH) si possa ottenere un risparmio nell’uso di calore e una conseguente riduzione dei costi energetici.
Il gruppo di ricerca in Pianificazione Energetica, coordinato dal professor Brian Vad Mathiesen, ha quindi concluso che per raggiungere i target ambientali che il governo danese si è prefisso, almeno altre 300.000 case attualmente riscaldate con caldaie a gas o a gasolio andranno collegate alla rete del teleriscaldamento. Una ricerca, va detto, che parte da un punto di vista privilegiato: in Danimarca già oggi le reti di calore coprono circa il 50 per cento della domanda di riscaldamento.