Grazie al progetto OPEN – Octagon Project Energy Network nella città inglese di Manchester culla del britt pop sarà realizzata una rete di teleriscaldamento che consentirà di evitare l’emissione di 1.600 tonnellate di CO2 l’anno
Nel percorso verso una società carbon free, una delle sfide decisive si gioca nei centri urbani, dove maggiore è la densità abitativa e, di conseguenza, più alte le emissioni di gas climalteranti, di cui il riscaldamento è il principale responsabile.
Per sostenere lo sviluppo dei sistemi di teleriscaldamento, tecnologia dimostratasi già pronta e affidabile per contribuire all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale, il Governo di Sua Maestà Elisabetta II si è impegnato a investire 320 milioni di sterline in singoli progetti in fase di realizzazione nel Regno Unito, attraverso l’Heat Networks Investment Project (HNIP).
Di questi, oltre 14 milioni di sterline sono stati ora conferiti all’Octagon Project Energy Network (OPEN), che prevede l’implementazione di una rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento a Manchester, città industriale di quasi 600.000 abitanti situata all’interno della seconda area urbana più popolosa del Regno Unito, con una popolazione di oltre 2 milioni e cinquecentomila. Il progetto, intrapreso da Manchester Energy Partnership Limited (MEPL) – una joint venture tra Electricity North West, che gestisce la rete di distribuzione dell’elettricità nella regione, e Octagon Estates, che si occupa di sviluppo immobiliare – consentirà di rispondere alle esigenze di riscaldamento di imprese e residenti all’interno di un’area di 5 km quadrati, con un risparmio iniziale stimato in 1.600 tonnellate di CO2 l’anno, concorrendo così a raggiungere l’obiettivo della città di essere carbon neutral entro il 2038.
In una prima fase, il sistema soddisferà una domanda di calore di 75 GWh, che diventeranno 96 GWh una volta completata. A servizio della rete è stato realizzato il Manchester Civic Quarter Heat Network (CQHN), un innovativo centro energetico che prevede un impianto di cogenerazione da 3,3 MW integrato con pannelli solari, due caldaie a gas da 12 MW e pompe di calore ad aria per sfruttare il calore recuperato da processi industriali (primo fra tutti, il calore di scarto della fabbrica di birra Heineken sita nella vicina Danimarca Road). Il nuovo CQHN di Manchester è uno dei primi centri energetici del Regno Unito già progettato per utilizzare il 20 per cento di idrogeno verde insieme al gas naturale già dal 2024.
“Cambiare il modo in cui riscaldiamo le nostre case – ha dichiarato Lord Martin Callanan, ministro del Department for Business, Energy and Industrial Strategy (BEIS) – è una parte vitale per dare il nostro contributo nella lotta ai cambiamenti climatici. La creazione di questa rete nel centro di Manchester è un altro passo avanti nell’implementazione di quelle tecnologie all’avanguardia e a basse emissioni di carbonio”.
“Il sostegno ricevuto sia dall’autorità locale sia dal governo centrale – ha affermato Richard Everton, presidente della Manchester Energy Partnership – è la prova che si può collaborare con il settore privato per realizzare progetti infrastrutturali a beneficio delle comunità, nel perseguimento dell’efficienza energetica e per ridurre l’inquinamento nelle nostre città”.
Manchester sta assumendo sempre più il ruolo di guida per diventare il primo cluster industriale a basse emissioni di carbonio del Regno Unito entro il 2030. E la Tower of Light, alta 40 metri e che funge da camino per il nuovo centro energetico, è già diventata un punto caratteristico nello skyline e ormai pronta a diventare l’emblema della città. Con buona pace dei Joy Division, degli Smiths e – ovviamente – dei fratelli Gallagher.