Una risorsa rinnovabile, programmabile, con potenzialità enormi per l’Italia, soprattutto per quanto riguarda la geotermia a bassa entalpia per il riscaldamento e il raffrescamento in ambito urbano. E nel 2050, l’85 per cento degli europei vivrà in città…
Il traguardo che ci attende nel 2030 è di ridurre del 55 per cento (rispetto al 1990) le emissioni di gas serra. È il nuovo e ancor più ambizioso programma europeo del Fit for 55. In uno scenario che, al 2050, vedrà l’85 per cento della popolazione europea vivere nelle città – già oggi responsabili a livello globale del 72 per cento delle emissioni climalteranti – perché questo nuovo obiettivo non rimanga solo un proclama, è proprio nei centri urbani che deve essere combattuta la buona battaglia.
Con armi già pronte, sicure e disponibili in grandi quantità; come la geotermia, una risorsa rinnovabile e programmabile offertaci dalla nostra Terra. Secondo l’ultima edizione dell’European Geothermal Market Report rilasciato dal Consiglio Europeo per l’Energia Geotermica (EGEC), anche nel 2020 l’Europa, con in testa la Francia, si è confermata mercato leader per i sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento geotermici, con 350 impianti in esercizio e altri 232 in varie fasi di sviluppo.
A dimostrazione che la maggior parte dei Paesi europei, per perseguire le politiche di decarbonizzazione, ha intrapreso senza attesa la strada per sfruttare ancora meglio questa risorsa rinnovabile. Come sottolinea l’EGEC, infatti, una perforazione a una profondità di 1-3 km è potenzialmente sufficiente per installare reti di riscaldamento geotermico in tutta Europa; e in futuro si potrebbe fornire energia al 25 per cento della popolazione del Vecchio Continente.
E l’Italia? Secondo lo studio congiunto dei Politecnici di Milano e Torino – promosso da AIRU Associazione Italiana Riscaldamento Urbano – sul potenziale del teleriscaldamento in Italia, attualmente è di 156 MWt la potenza termica alimentata dalla geotermia ma dei 38 TWh di domanda che lo studio identifica come servibili da sistemi di teleriscaldamento, ben 11 TWh sarebbero proprio coperti dalla geotermia. Un chiaro segnale di come – e dove – le nostre amministrazioni dovrebbero iniziare a mettere a terra le risorse destinate dal Pnrr per la Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica.
Nasce da qui l’iniziativa delle associazioni di categoria e degli Ordini Professionali presenti nella “Piattaforma Geotermia”, coordinata del Consiglio Nazionale dei Geologi, di inviare una lettera aperta ai candidati sindaci, per sottolineare come sia “questa la scommessa dei nostri tempi e che, tra l’affrontarla correttamente e tempestivamente o rinviarne le scelte si gioca la possibilità di crescita delle nostre comunità oppure la loro marginalizzazione rispetto all’Europa con l’aumento di diseguaglianze e divari socio-economici”.
Un segnale già lanciato con lo Studio congiunto dei Politecnici, che ha evidenziato come il margine di espansione dei sistemi di teleriscaldamento in Italia superi di quattro volte l’attuale quota.