Ribadito durante gli Stati Generali della Geotermia l’importante contributo che questa fonte energetica – rinnovabile e programmabile – può dare nel non facile percorso verso la decarbonizzazione
Il calore interno della terra si candida come importante fonte di energia per concorrere al raggiungimento dell’obiettivo principale tra quelli fissati nell’agenda 2030 dell’ONU e fatti propri dalla Commissione Europea nel Green Deal: l’abbandono delle fonti fossili a favore di quelle rinnovabili. Con un corollario: la necessità di una reale neutralità tecnologica e di uno snellimento delle procedure autorizzative.
Questo quanto riaffermato nelle tavole rotonde e negli incontri che si sono svolti durante gli Stati Generali della Geotermia, evento organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi ed Enea con il patrocinio dei componenti della Piattaforma Geotermia, e che hanno visto la partecipazione di stakeholder e rappresentanti delle istituzioni.
“È necessario operare su due diverse direzioni – ha dichiarato nel suo intervento Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica – diversificare il più possibile l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili e accelerare maggiormente le procedure. Non è pensabile concentrarsi solo ed esclusivamente su una risorsa trascurandone altre, anche perché l’Italia è un Paese geologicamente, morfologicamente e geograficamente assai vario, che offre diverse opportunità di approvvigionamento energetico in maniera non omogenea. Anche perché un’auspicabile crescita del PIL porterà inevitabilmente a un’ulteriore richiesta di energia e bisognerà cercare di sfruttare il meglio dei diversi territori”.
E proprio attraverso il lavoro di coordinamento della Piattaforma Geotermia, il Consiglio Nazionale dei Geologi sta operando da tempo per promuovere questa fonte nelle sue diverse forme, sostenendone il valore in chiave di transizione ecologica, come richiesto dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR).
“Questo appuntamento – ha dichiarato Arcangelo Francesco Violo, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – rappresenta un’importante occasione di rilancio delle politiche di sostenibilità ambientale e sociale, un confronto su una tematica che è da ritenersi un’imprescindibile condizione per tutti gli interventi che impattano sul territorio, come espressamente previsto dagli obiettivi principali del Piano, che pongono un’attenzione massima proprio nei confronti di due termini ormai utilizzati quotidianamente: resilienza e sostenibilità. Il territorio costituisce l’ossatura portante e la geologia assume un ruolo fondamentale nella pianificazione infrastrutturale, nella gestione delle risorse idriche, nella rigenerazione urbana, nella riqualificazione ambientale e nella mitigazione dei rischi geologici e ambientali, sia di carattere nazionale sia globale”.
Territorio, il nostro, che può sfruttare la geotermia ad alta e media entalpia per il teleriscaldamento di città e siti industriali, ma anche utilizzare il geoscambio a bassa entalpia per riscaldare e raffrescare piccoli impianti domestici mediante pompe di calore. Un potenziale che rappresenta quindi una grande opportunità per il Paese in termini di efficienza e decarbonizzazione, anche se recenti provvedimenti in materia di applicazione delle aliquote IVA alle forniture e di Certificati Bianchi a sostegno dello sviluppo delle reti di teleriscaldamento efficiente, sembrano andare in direzione contraria.
“È necessario – ha dichiarato nel suo intervento Lorenzo Spadoni, presidente di AIRU Associazione Italiana Riscaldamento Urbano – correggere al più presto questa direzione che penalizza nel mercato il teleriscaldamento efficiente, non valorizzando l’utilizzo di fonti di energia pulite ed efficienti come le bioenergie, la geotermia e la cogenerazione. AIRU è pronta al dialogo ed al costruttivo confronto con le Istituzioni per costruire le migliori condizioni per lo sviluppo del potenziale del teleriscaldamento, a beneficio dell’intero sistema energetico italiano”.
Non va dimenticato infatti che la strada verso una sempre maggiore decarbonizzazione prevede un pedaggio di 360 miliardi di euro; ai 230 miliardi del PNRR e del Piano Complementare (da consumarsi entro 2026) si sono aggiunti i 130 miliardi di euro dei fondi strutturali europei 2021-2027 e del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).