Bergamo mette in rete altri 22 km

Grazie all’accordo per il recupero del calore generato dal termovalorizzatore di Dalmine, A2A Calore & Servizi avvia i lavori per incrementare la rete di teleriscaldamento di Bergamo.

La città orobica si appresta a migliorare la propria impronta ambientale, allungando la rete del teleriscaldamento di altri 22 chilometri. La posa delle nuove tubazioni, iniziata alla fine di aprile e che terminerà entro il 2022, fa seguito all’accordo sottoscritto nel 2020 per l’utilizzo del calore generato dal termovalorizzatore di Rea Dalmine.

Recuperato grazie a un collegamento di 5 km, il calore sarà quindi trasportato fino all’impianto A2A di via Goltara a Bergamo, dove è previsto il potenziamento della stazione di pompaggio e la realizzazione di un nuovo accumulo termico, per ottenere una migliore gestione dei volumi disponibili.

A2A, nell’ambito del suo programma Bergamo + Green, renderà così possibile l’allacciamento alla rete anche nei quartieri di Colognola, Malpensata e San Tomaso, oltre che la zona dello stadio. Con un incremento del calore disponibile del 50 per cento e ulteriori 2,6 milioni di metri cubi immessi in rete, il teleriscaldamento di Bergamo raggiungerà altre 11.000 abitazioni, con un risparmio stimato di oltre 14.500 tonnellate di CO2 l’anno. Sistema che già oggi, con oltre 75 chilometri di rete posata, riscalda 30.000 appartamenti evitando ogni anno l’emissione di oltre 17.000 tonnellate di CO2, 0,5 tonnellate circa di polveri sottili, 17 tonnellate di ossidi di azoto e 4,1 tonnellate di anidride solforosa.

Per supportare la rete di Bergamo, il termovalorizzatore di Rea Dalmine, che è un modello in Italia e in Europa per prestazioni ambientali e tratta 150.000 tonnellate all’anno di rifiuti, passerà da un rendimento di conversione energetica del 27 per cento a oltre l’80 per cento in assetto cogenerativo. La realizzazione della sezione cogenerativa, costituita da una nuova turbina e uno scambiatore di calore, consentirà infatti di produrre 95 milioni di chilowattora elettrici all’anno e recuperare una quantità di calore pari a 90 milioni di chilowattora termici.

Un esempio virtuoso di come si può usare una risorsa presente sul territorio – non solo disponibile ma altrimenti dispersa – per soddisfare un bisogno della comunità – il riscaldamento degli edifici e il taglio delle emissioni di gas climalteranti. Un passo significativo verso il risparmio energetico e la sostenibilità.