In un’intervista al The Post International, il Presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, si pone totalmente a favore del processo di smaltimento rifiuti tramite termovalorizzatori, di cui, con grande trasparenza e senza troppi giri di parole, elenca i vantaggi in termini ambientali ed energetici.
Nel mezzo del cammin della civiltà umana, ci ritrovammo nell’epoca che oggi viene denominata “antropocene”, di cui la produzione smisurata di rifiuti è uno dei nodi irrisolti. Nonostante gli indiscutibili progressi in termini di packaging e di riciclo dei materiali, la generazione di rifiuti continua ad aumentare e, soprattutto, a creare problemi. A partire da questa consapevolezza le strade perseguibili sono due: far finta di nulla oppure adoperarsi per risolvere il problema.
Da questo punto di vista Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, società di ricerca in campo energetico e ambientale, ha le idee molto chiare e, a seguito dell’ennesimo polverone sollevato attorno alla costruzione del termovalorizzatore di Roma, ha detto la propria in un’intervista molto interessante al The Post International.
Con grande onestà intellettuale e senza mezzi termini, Tabarelli ha fatto luce sul fatto che, attualmente, è impossibile raggiungere l’obiettivo Rifiuti Zero e che, pertanto, l’unico modo per chiudere il ciclo del trattamento rifiuti, è quello dell’incenerimento nei termovalorizzatori. Precisa, infatti, Tabarelli: “Anche nelle esperienze più virtuose, la quota di differenziato può arrivare massimo al 70/75% […] rimangono tre quarti di pattume indifferenziato. Che si fa?”. Non esistono altre strade percorribili, se non quella di abbandonare i rifiuti nelle discariche, soluzione non propriamente nobile, che da un lato lascia “ai posteri l’ardua sentenza” di cosa farne di questo materiale, dall’altro crea problemi di inquinamento non indifferenti.
In tutta Europa, ormai da decenni, “il ciclo dei rifiuti si conclude con il recupero energetico”. L’incenerimento dei rifiuti, oltre ad evitare il problema delle discariche, dà origine a vettori energetici che la nostra Società utilizza quotidianamente: l’energia elettrica, che viene immessa nella rete elettrica nazionale, e il calore, che può essere recuperato e convogliato in un sistema di teleriscaldamento.
Il Presidente di Nomisma Energia evidenzia i benefici dell’uso del calore residuale per il teleriscaldamento, citando gli esempi virtuosi delle città di Copenaghen, Vienna e Berlino: la presenza di termovalorizzatori nel centro abitato ha contribuito ad una corretta gestione dei rifiuti urbani e a riscaldare le case dei cittadini in modo efficiente con il teleriscaldamento.
Alla domanda del giornalista Bardi riguardo alle emissioni che derivano dall’incenerimento rifiuti, Tabarelli risponde con trasparenza: “Non è vero che non esce niente, perché esiste, ovviamente, una combustione. Ma si utilizzano delle tecnologie avanzate, dei superfiltri. Comunque qualche scarto si produce, è chiaro. Ma rispetto all’energia prodotta e sostituita in migliaia di caldaie negli appartamenti serviti dal teleriscaldamento si tratta d’una frazione infinitesimale dei particolati che avrebbero emesso quelle caldaie!”
Il teleriscaldamento è una tecnologia che è in grado di dare alla Società un contributo importantissimo nell’ambito dell’economia circolare, come già accade in molte città europee e italiane.
L’articolo completo, a cura di Giuliano Guida Bardi, è consultabile al seguente link:
https://www.tpi.it/ambiente/termovalorizzatori-favorevole-tabarelli-202304141000674/